giovedì 14 giugno 2012

ossidiana

il tuo corpo nudo sul letto
è soltanto un'ombra
in uno specchio
e niente odore di fresie nè
di silenzio
giusto il sapore
d'asfalto caldo dopo pioggia di luglio
ossidiana
niente canzoni d'amore
niente canzoni

d'amore

giusto un cazzo duro e paura
ad annaffiare una pianta
o più semplicemente:
la mia carne nuda
dentro la tua
sotto una pioggia del tuo essere donna
magari

ad ottobre.

preferisco

preferisco:
la montagna di roccia dura
che cede, che cade sul mare;
arrampicare, come il ginepro,
come il gelso
sull'amore.

oppure
niente.

il ramo morto d'un olivo mi sostiene mentre
con le api
mi confondo
tra l'asfodelo.

danza

un giorno sono caduto danzando
ma cadere non vuol dire non saper stare in piedi
ricorda, per lungo tempo ho danzato
sulla musica della tua bellezza
già efimere le danze come ogni grazia
la mia danza ha creato bellezza
ecco la musica
della tua bellezza

mercoledì 13 giugno 2012

fuga (con le catene)

ama te stesso - pensavo
amarla - facevo
senza escludere
il primo pensiero

e così di nuovo: uno dentro
l'altra.

e alla fine di nuovo:
due idioti in una stanza
capaci di toccarsi
solo l'ombra.

ora osservo la
finestra.

spengo la luce e su sua richiesta esco.
da solo.
dalla porta.

(11.06.2012)


troppa distanza
io credo ci sia troppa distanza
tra il mio letto e le
sigarette
troppa distanza, non ce la faccio
la gente è troppo distante
da quello che "vorrebbe avere"
ci si sente legati al niente
e un piccolo gesto è troppo pesante
perché abbiamo fatto grandi cose
e i risultati son sempre quelli
perché i tuoi capelli...
li tocco ancora
ne ho un paio morti nel cassetto
ma non ce la facciamo
siamo troppo distanti
ma ci scontriamo spesso
uno dentro l'altra per dividerci
a metà
troppa distanza
io credo ci sia troppa distanza
tra me e le stelle
ed è la stessa che
mi separa dalle sigarette
o dal corpo di una nuova donna
o dal nulla
o da
te.
mi hai lasciato
solo questo
e la voglia, quella è sempre li
ma la tengo
distante.

martedì 12 giugno 2012

perché quando ci amavamo...

perché quando ci amavamo
mai ho udito ti amo
e di fresie notturne odorava la tua pelle
ma non conosco l'aroma
di quelle corolle
ma mia madre le tiene in balcone
e son fresie, non bocche di leone.
ora ogni volta che vado li fuori
o è per fumare
o per scoprir di che odori.

la gente sta nei bar

la gente sta nei bar e tu
in camera tua
la tua pelle è ancora un po' umida
l'asciugamano come un turbante
sulla testa, e il tuo corpo nudo,
 e i tuoi occhi verdi
senza che mi vedano
sono ancora più verdi.

la strada per il paradiso è disegnata
dalle traiettorie
delle rondini;
e io che non volo più!

mentre lo specchio ti guarda
con le tue lunghe dita noti un oggetto
sulla scrivania
e fai una smorfia
compiaciuta.
poi vedi il tuo corpo riflesso
fra i raggi di un sole morente
e io sono li
morente riflesso tra i raggi
d'un tuo ricordo- che ti spio.
e la tua mano sfiora il tuo seno
e pensi che
lo vorresti più grosso
e pensi anche che a me
piaceva comunque.
la tua pelle si asciuga e la tua mano
scivola su un fianco
e pensi d'esser magra ma
vorresti esser più secca
perchè sulla tua chiappa sinistra c'è un preludio
di cellulite
e ricordi che a me piaceva qualsiasi preludio
della tua essenza.
e con due dita ti sfiori la fica
e fai un smorfia
infastidita.
la mia presenza è nell'aria ma
non sono nella tua stanza
ne in un bar
pieno di gente
ma davanti a una radio che canta
wild horses
mentre i tuoi occhi verdi ormai
sono semplicemente verdi.